Quali sono però i più belli, particolari e anche iconici, quelli capaci di rendere giustizia alla cucina, classici oppure scultore?
Alcune tendenze vanno e vengono, ma non tutte. Una che è stata popolare per anni e non mostra oggi alcuna sfumatura, è l’isola della cucina. Il design si schiera da uno schema a un altro, ma gli elementi che lo contraddistinguono rimangono gli stessi: un piano protagonista con gambe snelle o in appoggio su una bella base. Che la stanza abbia dimensioni ridotte oppure più ampie, vale la pena accogliere questo piano che da semplice appoggio è capace di trasformarsi in incantevole scenario dominato da un piano cottura con cappa aspirante scomparsa oppure quinta scenografica per incantevoli cene tra amici.
Non c'è dubbio, un piano aggiuntivo al top della cucina su muro offre uno spazio molto ampio, utilizzabile per cucinare oppure semplicemente come zona d’interscambio. Chi avrà optato per questa soluzione lo saprà, è come un jolly, attorno al quale si muovono centinaia di passi al giorno, e si animano molteplici scenari differenti. Attorno ad ogni isola c'è però un uomo, sostenuto da uno sgabello.
Quali sono però i più belli, particolari e anche iconici, quelli capaci di rendere giustizia alla cucina, classici oppure scultore? Voglio proprio partire dagli iconici, dal più delizioso, bizzarro e unico, uno dei miei oggetti preferiti, che da anni risiede nella wishlist della mia vita.
1 Sella, Zanotta
Capolavoro di Achille e Pier Giacomo Castiglioni, è opera d'arte prima ancora di essere oggetto di uso comune. Definito spesso un “ready-made”, per la sua semplice fattezza, nasce dal desiderio più istintivo e semplice, quello di creare una seduta dinamica, anti-statica, che permette all'uomo di alzarsi e muoversi liberamente in pochi gesti, istanti, roteando se necessario. Un concetto diametralmente opposto dal lavoro di Marcel Duchamp, che separa la funzione dalla creazione.
La base in ghisa semisferica è gommata, per garantire stabilità durante il movimento, e l’estetica è del tutto eccezionale, a partire dalla scelta dei colori: il rosa intenso per l’asse verniciato che viene smorzato dall’audace sellino in pelle nera e che contrasta la soave natura del colore femminile per eccellenza.
2 Bertoia, Knoll
Se non fosse per i dettagli e la morbida seduta ovattata, si potrebbe dire che è interamente realizzato in acciaio, e più precisamente con tondini cromati.
Iconico per eccellenza, questo sgabello ha ricevuto nel 1962 il premio del Centro del Design di Stoccarda. Anche qui c'è la spinta di un pensiero del tutto anni ’50, che porta la mente creativa, geniale, a realizzare un oggetto quotidiano partendo da un materiale comune: il tondino in acciaio crea un fitto reticolo filigranato che, per praticità, è completato da un morbido cuscino.
Accostarlo in uno spazio esclusivamente classico sarebbe una forzatura che renderebbe stridente l’intero ambiente, ma inserito in uno stile contemporaneo solleverà l’estetica dell’intera casa, sfiorando gli stili più svariati, dall'industriale, al minimale o moderno. E’ un classico con carattere, un senza tempo.
3 Master, Kartell
Più sportiva e semplice da accostare, la seduta progettata da Philippe Starck è vincitrice di prestigiosi riconoscimenti, come quello del Good Design Award 2010 e del Red Dot Award 2013. E’ icona di stile sin dalla nascita, merito della sua snellezza, dell’eleganza delle tre linee sinuose che si intersecano, e della mente moderna del suo creatore. Come in un déjà vu, lo sgabello, ricorda qualcosa di noto: è infatti la sovrapposizione di tre icone del design contemporaneo: la Serie 7 di Arne Jacobsen, la Tulip Armchair di Eero Saarinen e la Eiffel Chair di Charles Eames.
La sua composizione lo rende ideale per ambienti interni che esterni.
4 Afteroom Counter Chair Sgabello
Il profilo della struttura lo fa sembrare un incastro di fili, la sua struttura, unita alla gamma dei colori, lo rende invece un prodotto di stampo anni ’50, seppur la sua reale natura sia del tutto contemporanea. Acciaio verniciato e seduta in legno, è realizzato in diversi materiali, che definiscono uno studio delle texture decisamente chic!
E’ elegante e sinuoso, ma capace di adattarsi sia ad ambienti minimali che classici. Realizzato a quattro mani, dalla coppia originaria di Taiwan, Hung-Ming Chen e Chen Wei-Yen, detiene un concetto che supera l’estetica: il suo obiettivo è quello di ridurre al minimo la materia, spingendo l’estetica a livelli altissimi. Quando si dice “less is more”!
5 Terraform, Gavin Keightley
Molti di voi inorridiranno alla vista, ma da amante dell'arte, delle forme irregolari e delle materie riciclate non potevo tralasciare questo sgabello nella mia lista. Il designer inglese è Gavin Keightley, e per realizzarlo ha utilizzato alimenti, tra cui patate, gelatina e gesso mescolati in stampi per un prodotto in tinte fluo.
E’ una seduta alternativa, non adatta a tutti, che incarna appieno gli anni del riciclo che stiamo vivendo intensamente, che sfornano ogni giorni prodotti nuovi, o quasi.
Lo spazio ideale di Terraform è un soggiorno estremamente moderno, non per forza eclettico, governato da un’ombra artistica. Lo immagino in una cucina bianca, con muri candidi e un pavimento in resina, accostato a una parete su cui è esposta un’opera al neon.
6 Flink, Infiniti
In un angolo non se ne percepisce l’occupazione, merito della sua silhouette snella e della struttura ridotta all’osso. Disegnato da Thomas Pedersen, ha un’asse centrale in acciaio, un supporto in alluminio e una seduta imbottita, per una sosta del tutto confortevole.
Si adatta a un ambiente giorno, ma anche a spazi per bambini: si può avere in una doppia altezza, a seconda delle necessità. Ad alcuni ricorderà un giocattolo, ad altri una composizione di forme levigate naturalmente dal vento, come alcune rocce marine.
6 Jean, E15
Pulito nelle linee, e attuale nei materiali, riveste un duplice ruolo , che lo rende adatto sia ad ambienti di lavoro che a spazi domestici.
Sembra delicato, ma è un effetto dovuto alla sua snellezza: la base a quattro gambe è la più semplice che si possa trovare, mentre il sedile si articola in due parti, due forme. La prima ha un bordo basso e assottigliato che avvolge la seduta, e la seconda un disco che rievoca la forma del frisbee, che inclinato verso l’alto diventa confortevole e geometricamente bilanciato.
7 Harmony, Poliform
Design allo stato puro, non solo per il nome del marchio che porta, ma per l'articolazione della sua forma. Il progetto è di Rodrigo Torres, che ha disegnato uno sgabello con una seduta leggera che sembra delicatamente appoggiata, come una piuma, alla struttura in acciaio.
Il materiale usato per la parte superiore è legno, non uno a caso, ma un rovere oppure un laccato a poro aperto, ossia un materiale vivo! Il contrasto della base con la seduta è la caratteristica principale di questo prodotto, dove l'apparente disordine delle linee viene riorganizzato nella parte alta, rappresentata da una superficie liscia e confortevole.
Il suo spazio ideale è classico contemporaneo oppure moderno, ma chic, dove prevalgono colori chiari e linee che definiscono un design puro.
8 Feel good, Flex form
Se amate il design avrete riconosciuto l’impronta di Antonio Citterio, classe 1950 e pioniere del design italiano.
Mi immagino lo sgabello in un nobile salotto, circondato da moquette e arredi in frassino. Si adatta anche ad ambienti più moderni, semplici e meno sofisticati, come open space dal gusto giovane, ma la sua eccellenza è visibile anche dagli occhi meno esperti. L'accostamento a pellami è suggerito quando si parla di sedute importanti, ma anche tessuti meno ricercati saranno in accordo con questa seduta.
E’ una seduta armoniosa, prima ancora di essere definita comoda ed equilibrata: la base in metallo lucido si unisce alla geometrica seduta, per un prodotto 100% Made In Italy.